OLBIA > Nella giornata in cui il Consiglio Regionale della Sardegna, con 34 voti contro 21, respingeva la mozione di sfiducia presentata dal centrodestra per delegittimare l’Assessore alla Sanità, Armando Bartolazzi, una pesante tegola mediatico-statistica nazionale si è schiantata sulla ASL della Gallura; questa volta però mettendo al centro delle accuse la disastrosa gestione dell’attuale Direttore Generale, Marcello Acciaro, ritenuto dalla quasi totalità dei Sindaci e degli Amministratori del territorio il vero responsabile del disastro che malauguratamente incombe sulla salute dei cittadini del nord-est dell’Isola.
È stata infatti diffusa la classifica dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) e l’azienda gallurese è risultata essere tra le 5 peggiori d’Italia relativamente alla “presa in carico dei pazienti.”
Un bollino di colore “nero”, da “retrocessione” in categorie di certo non adeguate agli standard sociali del walfare del nordest della Sardegna. Un posizionamento estremamente negativo e penalizzante ma che non arriva comunque come un fulmine a ciel sereno sul mondo della sanità in Gallura.
I disagi e i sempre più incancreniti disservizi erano emersi, ancora una volta e prepotentemente, qualche giorno fa durante la conferenza socio-sanitaria, organismo che ha compiti di indirizzo e verifica periodica dell’attività delle Aziende sanitarie ed esprimere il proprio parere sui programmi sanitari, sui bilanci di previsione e di esercizio e perfino sull’operato del Direttore generale.
Ai lavori hanno partecipato sindaci, amministratori provinciali e regionali e i vertici della Asl ed era emerso un grido di allarme seguito a quanto i primi cittadini galluresi segnalarono alcuni mesi fa direttamente all’Assessore regionale Armando Bartolazzi, sottolineando, tra le tante criticità, quelle relative al Pronto soccorso, ai reparti di Radiologia, la carenza di posti letto e i turni scoperti degli anestesisti.
Una denuncia che, come si diceva, non arriva di punto in bianco e rappresenta plasticamente quello che i sindaci, insieme al massimo rappresentante del territorio nel governo regionale, il vicepresidente e assessore alla Programmazione, Giuseppe Meloni, hanno descritto con “grande il sentimento di frustrazione e svilimento di fronte al fatto ormai conclamato di non poter far niente per incidere sul miglioramento dei servizi sanitari se non vi è volontà aziendale in tal senso”
Un vero e proprio richiamo alle pesanti responsabilità del Direttore generale, Marcello Acciaro, nominato nel 2021 dall’allora Giunta regionale guidata da Christian Solinas e ancora oggi al timone di una struttura che in molti, ormai e tragicomicamente, paragonano ad un “Titanic” che naviga pericolosamente nell’oceano sanitario.
Come si legge nella relazione “nei due anni di ‘gestione Acciaro’ nessuno dei provvedimenti richiesti dai Sindaci è stato adottato, e più volte il Direttore ha disatteso impegni e accordi mostrando la più totale indifferenza nei loro confronti ed evitando ogni tipo di comunicazione, al punto che anche i Sindaci apprendevano delle decisioni o azioni del Direttore generale solo attraverso gli organi di stampa o i social media. Una prassi che si è ripetuta ogni qualvolta c’è stata la chiusura di un reparto, la riduzione o l’accorpamento di servizi, il trasferimento di servizi territoriali, di uffici o del consultorio”.
Come ha denunciato il presidente della conferenza e sindaco di Tempio Pausania, Gianni Addis, “a distanza di oltre 22 mesi dall’approvazione dell’Atto aziendale, la gran parte dei servizi previsti non sono ancora stati attivati oppure vengono erogati solo saltuariamente; l’incompletezza e incoerenza dei dati, anche quelli relativi alle assunzioni di personale, non ha consentito alcuna verifica sui risultati ottenuti e sugli obiettivi aziendali raggiunti e ancor meno è stato possibile valutare il programma sanitario e il bilancio di previsione.”