Il 19 gennaio del 2000, ad Hammamet in Tunisia, all’età di 66 anni moriva Bettino Craxi, una delle figure più rilevanti della politica italiana ed internazionale a cavallo tra gli anni ’70 e ’90 del secolo scorso.
Fu il primo socialista della storia repubblicana ad essere nominato Presidente del Consiglio dei Ministri, carica che ricoprì ininterrottamente dal 4 agosto 1983 al 18 aprile 1987, sino ad allora il più lungo premierato del secondo dopoguerra.
La sua parabola politica e personale è strettamente legata a due avvenimenti in particolare.
1) Lo scontro diplomatico tra Italia e Stati Uniti, noto come “crisi di Sigonella” del 7 – 12 ottobre 1985, durante la quale da Presidente del Consiglio, Craxi tenne testa all’allora Presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan, opponendosi con autorevolezza al Dipartimento di Stato americano che pretendeva la consegna in territorio italiano dei terroristi palestinesi responsabili del dirottamento dell’Achille Lauro e della morte di un passeggero, l’israeliano Leon Klinghoffer.
2) La vicenda giudiziaria di “Mani pulite” che, partita nel febbraio 1992 dalla Procura del Tribunale di Milano, travolse il sistema di governo nazionale, sancendo di fatto la fine della carriera di Bettino Craxi e dell’intera nomenclatura politica italiana di allora.
Oggi Bettino Craxi è al centro di un importante dibattito politico-culturale e in entrambi i principali schieramenti politici se ne vuole di fatto riabilitare la figura.
Lo stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella ricorrenza del 25ennale della morte ha rilasciato la presente dichiarazione che pubblichiamo in calce integralmente.
«Bettino Craxi è stata una personalità rilevante degli ultimi decenni del Novecento italiano. Parlamentare italiano ed europeo, Segretario del Partito Socialista Italiano per oltre un quindicennio, Presidente del Consiglio dei Ministri, ha impresso un segno negli indirizzi del Paese in una stagione caratterizzata da grandi trasformazioni sociali e da profondi mutamenti negli equilibri globali.
Interprete autorevole della nostra politica estera europea, atlantica, mediterranea sostenitrice dello sviluppo dei Paesi più svantaggiati, aperta al multilateralismo, lungo queste direttrici ha affrontato passaggi difficili, rafforzando identità e valore della posizione italiana. Un prestigio che poi gli venne personalmente riconosciuto con incarichi di rilievo alle Nazioni Unite.
Le politiche e le riforme di cui si fece interprete sul piano interno determinarono cambiamenti che incisero sulla finanza pubblica, sulla competitività del Paese, sugli equilibri e le prospettive di governo. Una spiccata determinazione caratterizzò le sue battaglie politiche, sia nel confronto tra partiti, sia in campo sociale e sindacale, catalizzando sentimenti contrastanti nel Paese. Raccolse un consenso ampio quando riuscì a portare a conclusione il processo di revisione del Concordato tra Stato e Chiesa cattolica, sul cui inserimento in Costituzione i socialisti si erano espressi, all’epoca della Costituente, in termini negativi
La crisi che investì il sistema politico, minando la sua credibilità, chiuse con indagini e processi una stagione, provocando un ricambio radicale nella rappresentanza. Vicende giudiziarie che caratterizzarono quel burrascoso passaggio della vita della Repubblica.
Nel venticinquesimo anniversario della scomparsa del leader socialista, desidero esprimere sentimenti di vicinanza ai familiari e a quanti con lui hanno condiviso impegno politico e personale amicizia».