BITTI > La stagione turistica bittese 2024 riparte dal ponte Pasquale.
I visitatori che decideranno di trascorrere la giornata di Pasquetta nei diversi attrattori locali, insieme ad agriturismi e ristoranti presenti in paese e nelle campagne potranno usufruire di una rete dell’accoglienza collaudata ed estremamente ospitale.
Da non perdere una visita al museo Multimediale del canto a tenore, unico in tutta la Sardegna, e quello della Civiltà contadina e pastorale dove di recente è stato installato un innovativo allestimento multisensoriale che viaggia tra immagini e suoni, accompagnati dalla voce narrante del noto antropologo di Bitti, Bachisio Bandinu.
Nell’agenda del soggiorno bittese non può mancare una visita al sito nuragico di Romanzesu (nella foto un suggestivo frame in notturna), egregiamente gestito dai soci della Cooperativa turistico-culturale Istelai, che proporranno la conveniente opzione del biglietto unico scontato.
Il villaggio, dove già dal 13esimo secolo avanti Cristo veniva celebrato l’ancestrale e misterioso rito delle acque, si trova sull’altopiano del centro barbaricino, a una decina di chilometri dall’abitato lungo la SS 389 in direzione Buddusò.
Ed ancora lo straordinario parco paleontologico dei dinosauri BittiRex, in località “Sa ‘e Leone”, un luogo incantato appena fuori dall’area urbana.
Qui, grandi e piccoli potranno passeggiare ammirando i giganteschi dominatori del Giurassico a grandezza naturale.
Accompagnati dalla esperte guide si potrà inoltre visitare il nuovo padiglione BittInsecta, dedicato al meraviglioso mondo degli insetti. Il tour nel parco si potrà ulteriormente arricchire utilizzando i visori in 3D.
Per il sindaco di Bitti, Giuseppe Ciccolini, “anche per questa stagione Bitti si ripropone nel panorama del turismo interno della Sardegna con una larga offerta capace di venire incontro alle esigenze di adulti, giovani e famiglie.
Da diversi anni abbiamo avviato un percorso di collaborazione con gli operatori locali così da costruire, passo dopo passo, un sistema di accoglienza sempre più completo e su cui ancora c’è da lavorare. Una rete capace di mettere assieme chi gestisce gli attrattori e chi si occupa di enogastronomia tradizionale, chi offre servizi e chi a vario titolo tra artigianato e agroalimentare cerca di contribuire al racconto di questi territori”.
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