UTA > La situazione all’ interno della struttura purtroppo si conferma di estremo disagio determinato dagli innumerevoli problemi legati al sovraffollamento. Sussiste una condizione di estrema povertà per diversi detenuti; c’è chi, straniero, non ha vestiti e scarpe.
I numerosi detenuti con patologie psichiatriche molto spesso sono confinati in celle lisce, senza materasso e senza cuscino. Questo è il percorso loro riservato, piuttosto che da un’assistenza sanitaria, dal sistema penale: costretti a dormire in una branda in ferro anziché poter essere curati nelle strutture idonee a trattare il disagio. Non si può in questo tralasciare di ricordare la condizione in cui sono costretti a lavorare gli agenti in queste sezioni.
Ieri un agente aveva il viso pieno di lividi perché un detenuto in escandescenza gli ha scagliato contro un tavolo; un detenuto malato con disturbi psichiatrici gravi che non dovrebbe trovarsi in carcere.
In un tale clima di abbandono generale da parte delle Istituzioni si acuiscono ancor più i gravi problemi legati alle dimissioni della Dirigente sanitaria, ormai di alcune settimane addietro. È una situazione che paralizza l’intero istituto con oltre 750 detenuti. Non possono essere chiuse le relazioni sanitarie, vi sono detenuti che attendono visite urgenti e non ricevono risposte, non possono essere verificate le istanze di incompatibilità con il carcere, sono bloccate le richieste di osservazione psichiatrica.
Una tale condizione rappresenta un’emergenza inaccettabile che deve essere risolta nell’immediato.
Se la ASL 8 di Cagliari, a cui ho già scritto, non è in grado di dare risposte, chiedo alla Procura Generale di intervenire su quella che si configura come una grave violazione dei diritti umani e di privazione del diritto alle cure che deve essere garantito a tutti, anche a chi è privato della libertà personale.